LA TRUFFA DELL’ABOLIZIONE DEL FINANZIAMENTO PUBBLICO AI PARTITI

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Inserito da Michele il
Ottima analisi. Qualsiasi cosa fa il popolo italiano i nostri politici faranno di tutto per continuare ad ingannarlo. Inoltre mi pare di capire che continueranno ad esserci i finanziamenti ai gruppi parlamentari. Che ladri!
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LA TRUFFA DELL’ABOLIZIONE DEL FINANZIAMENTO PUBBLICO AI PARTITI

 

Il Consiglio dei Ministri, ha approvato un disegno di legge per l’abolizione del finanziamento pubblico e per la regolamentazione della contribuzione volontaria ai partiti politici. Il disegno di legge, inoltre, prevede nuove regole volte ad assicurare il tasso di democrazia interna, la trasparenza dei partiti, i controlli sulle relative spese. Al posto del finanziamento pubblico entrerà in funzione un nuovo sistema che si fonderà sulla contribuzione volontaria da parte dei privati e che si potrà effettuare attraverso:

a) detrazioni;

b) 2 x 1000.

Chi potrà accedere al nuovo sistema?

Secondo le prime indicazioni fornite dal Governo Letta, possono essere ammessi ad ottenere il finanziamento privato in regime fiscale agevolato i partiti politici che abbiano conseguito, nell’ultima consultazione elettorale, almeno un rappresentante eletto alla Camera dei deputati o al Senato della Repubblica o in un’assemblea regionale, o che abbiano presentato, nella stessa consultazione elettorale, candidati in almeno tre circoscrizioni per le elezioni per il rinnovo della Camera dei deputati o in almeno tre del Senato della Repubblica o delle assemblee regionali, o in almeno una circoscrizione dei membri del Parlamento europeo spettanti all’Italia.

Le detrazioni

Si precisa altresì che le erogazioni liberali in denaro, effettuate dalle persone fisiche in favore dei partiti politici, avranno dall’imposta lorda delle detrazioni variabili a secondo dell’importo della donazione.

I partiti politici che abbiano conseguito nell’ultima consultazione elettorale almeno un rappresentante eletto alla Camera dei deputati o al Senato della Repubblica potranno essere ammessi alla ripartizione annuale del 2 x 1000 della propria imposta sul reddito (IRE). Una decisione che assumerà il contribuente, sempre a decorrere dall’anno finanziario 2014, in fase di dichiarazione dei redditi mediante la compilazione di una scheda recante l’elenco dei soggetti aventi diritto.

Il sistema di regolamentazione della contribuzione volontaria ai partiti politici prenderà avvio nel 2014, ma andrà a regime nel 2016. Solo a giugno 2015 gli italiani saranno infatti chiamati a dichiarare i propri redditi relativi al 2014. A quel punto saranno necessari altri mesi per permettere all’Erario di stabilire l’ammontare esatto della quota del 2 x 1000 da destinare a ciascun partito politico.

Per ottenere i contributi volontari, i partiti politici dovranno organizzarsi secondo requisiti minimi idonei a garantire la democrazia interna. Dovranno altresì assicurare la trasparenza e l’accesso a tutte informazioni relative al proprio funzionamento, anche mediante la realizzazione di un sito internet, completo nelle informazioni, chiaro nel linguaggio, facile nella consultazione sul quale dovrà essere pubblicato il rendiconto di esercizio corredato dalla relazione sulla gestione e dalla nota integrativa, nonché il verbale di approvazione del rendiconto di esercizio.

Dal 1994 ad oggi i soldi erogati ai partiti ammontano a circa 2,3 miliardi di euro nonostante un referendum ha abolito il finanziamento dei partiti.
Pari a circa 127 milioni  anno. Ma le spese documentate dai singoli partiti ammontano negli stessi anni a circa 580 milioni, con una differenza di 1.700 milioni di euro. Che fine ha fatto questo bottino?  Dove sono finiti quei 1.700 milioni di euro?

La verità è che i partiti vogliono continuare a pescare indisturbati denaro dalle tasche dei cittadini per pagare i loro apparati. Vogliono continuare ad eludere la volontà popolare: così come fecero dopo il referendum del 1993 con il quale i cittadini vollero abolire il finanziamento pubblico dei partiti, fatto rientrare dalla finestra l'anno seguente sotto il nome di "rimborso elettorale". Cambiato il nome, il gioco è rimasto lo stesso: dal '94 i partiti hanno incassato 2,7 miliardi di euro, pur avendo dichiarato spese elettorali per soli 580 milioni.

Adesso con questo disegno di legge, vogliono aggirare l’ostacolo e continuare a truffare i cittadini. Il Presidente Letta ha dichiarato che in questo modo la somma è di circa 61 milioni di euro pari a circa un terzo dell’attuale. Per compensare a quello che manca lo Stato si dovrà fare carico del pagamento degli affitti delle sedi dei partiti (almeno una sede per ogni capoluogo di provincia) e delle bollette telefoniche.

Una piccola riflessione. Nel 2011 gli introiti per la sola irpef ammontano a 36,700 miliardi di euro (fonte bollettino annuale delle entrate) per il 2012 le previsioni sono in aumento. Il 2 per mille di tale cifra ammonta a circa 74 milioni di euro. Circa 53 milioni in meno degli attuali. Ma se a questi sommiamo gli affitti delle sedi per tutta il Paese e le spese telefoniche si raggiungerà e, forse, supererà l’attuale somma.

E allora? Di cosa stiamo parlando? Tutto ciò senza contare le donazioni, ma quelli saranno volontari. La truffa del finanziamento pubblico ai partiti continuerà a perpetrarsi.

 

02/06/2013

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