LA MORTE DI UN GIOVANE RAPINATORE

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LA MORTE DI UN GIOVANE RAPINATORE

Quando muore una persona è sempre un dramma, se poi la persona morta è un ragazzo, il dramma è ancora più grave e se la morte avviene in modo violento il dramma è inimmaginabile, atroce. Ma dopo il dispiacere, il lutto e le giuste indagini della magistratura è necessario chiedersi del perché una giovane vita è stata spezzata. Perché un ragazzo di soli 15 anni era in giro all'una di notte, perché un ragazzo di soli 15 anni andava in giro di notte, armato (anche se poi era una pistola finta - ma questo lo sapeva solo lui), perché un ragazzo di soli 15 anni andava in giro di notte, armato a fare rapine. Tre domande alle quali sono in molti a dover dare una risposta. Tre domande che pesano come macigni sulla coscienza di molti. I primi sono i genitori. Perché lasciano andare in giro di notte un ragazzo di soli 15 anni, perché lasciano detenere ad un ragazzo di soli 15 anni una pistola, anche se finta, perché lasciano, andare in giro di notte, armato a fare rapine un ragazzo di soli 15 anni. Le risposte possibili a questi perché sono solo due: o i genitori sono dei delinquenti e quindi hanno cresciuto un piccolo delinquente, oppure non sono stati in grado di educarlo. In ambedue i casi la morte del figlio pesa come un macigno sulla loro coscienza. Poi c'è la società nella quale questo giovane è cresciuto. Una società sempre pronta a tollerare e, spesso, giustificare questi comportamenti devianti. Quante volte si fa vinta di non vedere, non sentire, magari girandosi dall'altra parte. La morte di questo ragazzo pesa come un macigno sulla coscienza collettiva di tutta la società in cui questo dramma è avvenuto. Infine c'è lo Stato, rappresentato sia dalle classe politica sia dalla magistratura. I primi sono responsabili di permettere aree franche, aree dove le forze dell'ordine non possono neanche entrare, aree "off-limits" . Interi quartieri dove vige la sola legge del boss locale. Dove spaccio, prostituzione, rapine e ogni altra azione fuori legge è la norma. Governi (di tutti i colori politici) che colpevolmente non hanno voluto affrontare e risolvere questo problema. Questa morte pesa come un macigno anche sulle loro coscienze. Magistrati, di manica larga, che con il loro colpevole comportamento minano gli sforzi delle forze dell'ordine, rimettendo in libertà delinquenti recidivi con le scuse più banali ed infantili. Questa morte pesa come un macigno anche sulla loro coscienza. Questa morte pesa sulla coscienza di tutti noi. Tutto ciò dovrebbe farci riflettere. Se ognuno di noi, prima come genitore, poi come cittadino, iniziassimo ad essere meno tolleranti, ad insegnare ai nostri figli il rispetto per le leggi, il rispetto per il prossimo, se ci impegnassimo a denunciare ogni comportamento deviante di cui venissimo a conoscenza, se il legislatore si impegnasse a fare leggi più severe e garantisse la certezza della pena, se la magistratura applicasse queste leggi in modo giusto ma severo, forse in futuro piangeremmo meno ragazzi di soli 15 anni morti ammazzati all'una di notte mentre, armati di pistola si apprestano a fare una rapina.
Riflettete gente, riflettete.
02/03/2020

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